INTELLIGENZA ARTIFICIALE: I NODI IRRISOLTI
Intelligenza artificiale: i nodi irrisolti
(pubblicato sulla «Gazzetta del mezzogiorno», 11 maggio 2023)
Tempo fa Alexander Zinov’ev - autore del famoso Cime abissali - elaborò una paradossale analisi del primato occidentale e delle sue conseguenze. Ai suoi occhi la globalizzazione, piuttosto che realizzare l’«unificazione del genere umano», produceva l’«umanaio globale». Egli vedeva l’«insocievole socievolezza degli uomini», posta da Kant a cardine e motore della società civile, divenire brulichio indistinto dell’individuo consumatore. Il tutto «in una lotta senza quartiere degli uomini formica», dominata dalla competizione totale, dalla convinzione per cui «una società di nemici che rispettano le regole dell’inimicizia è più stabile di una società di amici che violano le regole dell’amicizia».
Su altri versanti Andrè Gorz, noto filosofo francese, intravedeva da tempo una amara realtà: «la scienza realizza il suo progetto originario, si emancipa dal genere umano».
Oggi simili constatazioni sull'umana avventura producono allarmi straordinari. Tralasciando per un momento Putin e i suoi moniti sull'imminenza di soglie fatali, conviene prestare attenzione a Yuval Noah Harari, uno degli storici più celebrati ed ascoltati dei nostri giorni.
Da tempo egli riflette sui rischi e i pericoli della rivoluzione scientifica e tecnologica in corso. Nei giorni scorsi il suo sguardo si è soffermato su uno dei ritrovati che ci ha fatto strabuzzare occhi e cervello: ChatGPT, quella diavoleria dell'intelligenza artificiale, AI, piombata sulle nostre scrivanie e nei nostri smartphone, con il suo insinuante invito ad entrare in conversazione ed ascolto. Nel merito, si è e ci ha chiesto: «cosa accadrà quando un'intelligenza non umana diventa migliore dell'umano medio nel raccontare storie, comporre melodie, disegnare immagini e scrivere leggi e scritture»? Cosa accadrà magari nel 2024, nell'ormai prossima corsa presidenziale americana, con il sicuro ricorso all'AI? Quale il suo impatto per «produrre in massa contenuti politici, notizie false e scritture per nuovi culti», dal momento che «in una battaglia politica per le menti e i cuori, l'intimità, il rapporto diretto diviene l'arma più efficace»?
Allarmi simili sono venuti da più parti: ad esempio, Elon Musk o Henry Kissinger, insomma alcuni dei costruttori del nostro mondo. Di quest'ultimo l'interrogativo: cosa accadrà «in tempo di guerra, se l'intelligenza artificiale raccomanda di agire in un dato modo, considerato magari poco saggio dal presidente e dai suoi consiglieri»?
Meglio non interrogarsi sul ricorso a simili strumenti per la politica e le istituzioni italiane mentre vengono avanzate ricette quotidiane sempre più personalistiche. Preferibile ascoltare Harari: «Abbiamo appena incontrato un'intelligenza aliena, qui sulla Terra. Non ne sappiamo molto, tranne che potrebbe distruggere la nostra civiltà. Proviamo a regolamentare l'AI prima che sia lei a regolare noi».
P. S. Seguendo sempre i consigli di Harari, meglio precisare. Questo testo è il prodotto di un umano. Segue firma autentica non prodotta artificialmente
Isidoro Davide Mortellaro