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TRAVOLTA DALLE CHIACCHIERE

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TRAVOLTA DALLE CHIACCHIERE ALL’ITALIA ELETTORALE MANCANO LE GRANDI DOMANDE

(pubblicato sulla «Gazzetta del Mezzogiorno» del 9 agosto 2022

«S'ode a destra uno squillo di tromba/a sinistra risponde uno squillo»: son versi famosi. Con essi Alessandro Manzoni dipingeva a fosche tinte la storica italica attitudine allo scontro fratricida. Non possiamo perciò che rilanciare oggi questo severissimo ammonimento mentre, a tratti sgomenti, veniamo catapultati nello scontro a più livelli che anima questa incredibile campagna elettorale.

E pensare che adesso è divenuto problematico persino scegliere il posto sulla scheda, in un qualche schieramento. 

Alla faccia del bipolarismo tanto invocato, non è più così immediato o naturale lo star «di qua o di là». Il larghissimo allineamento di un tempo dietro l'«unto della BCE», Mario Draghi, si è dissolto in un novello «campo di Agramante», un labirinto rissosissimo di aspiranti condottieri. Fantastica poi la storica giravolta di una destra che oggi eleva inni a entità o vincoli sovranazionali per anni o forse decenni deprecati come atti di servile accondiscendenza, dimentichi magari di averli già riconosciuti addirittura in ratifica di trattati in altre stagioni della vita politica nazionale.

Grande insomma è la confusione sotto il cielo, illuminata a tratti da una cronaca politica tutta rappresa nelle cifre infinite del baratto di listino e collegio, in questa o quella promessa di sconto fiscale o di ennesimo bonus. Quando non nella litania antica sull'emergenza immigrati. Naturalmente a far da corona a questo o quel mercimonio, più o meno riconosciuto, promesse di ripristino di una vita politica luminosa, risplendente di equità fiscale, magari tutta flat, e trasparenza assolute. Insomma, un ritorno -  corretto magari con un pizzico di presidenzialismo - a quell'età dell'oro di un sistema politico seppellito indecorosamente all'indomani del terremoto in Irpinia dalle epocali esternazioni di Sandro Pertini e Enrico Berlinguer. 

Sommesse, ma martellanti e con rimbombi inquietanti, altre news fanno da corona e monito alla cronaca politica rutilante, troppo spesso dimentica del mondo circostante. I ventenni che domani augurabilmente non ascolteranno le sirene dell'astensione, impugnando alle urne scheda e matita, avranno quarant'anni nel 2040. L'Istat ci ha appena ammonito, nel suo rapporto annuale, che, per scelta soprattutto di costoro, avremo allora un 39% circa delle famiglie costituite da una sola persona, rispetto all'attuale 11% circa. Un aumento esponenziale destinato a riverberarsi in forme incredibili nell'intero corpo sociale, con moltiplicazioni di costi e problemi. A mutare e in forma drammatica quella cellula - la famiglia - che ancor oggi costituisce ad ogni latitudine l'abc del linguaggio politico. Così come a mutare le generazioni: quelle anziane in ampliamento continuo, quelle più giovani sempre più sottili. 

All'interno di queste la presenza insopprimibile di immigrati. Già oggi gli stranieri, con cittadinanza acquisita o meno, sotto i 18 anni rappresentano il 20% della popolazione immigrata. Per gli italiani stiamo sotto il 16%. Il loro ingresso ha mutato la scuola in forme radicali. Con buona pace dei Salvini e delle Meloni di turno. L'insieme della popolazione scolastica straniera in Italia nel 2019-20 superava già il milione di persone, il 12,6%. 

Chi tra cinque anni raccoglierà nei campi - e in quali condizioni? - mele, ciliegie, pomodori? Chi salirà sui ponteggi dei palazzi da costruire con o senza superbonus? Per non parlare di vacanze sulla neve o su spiagge in continua erosione. O delle atomiche affidate alle cure degli aeroporti di Aviano e Ghedi, in spregio magari ai trattati a suo tempo firmati contro la proliferazione nucleare.

Invano - per chi voglia avventurarsi in questa impresa - si può cercare un qualche riferimento a questi mondi complicati, i più vari tra loro, nel chiacchiericcio quotidiano che ci travolge. E verrebbe da dichiarare morta ogni speranza per chi ancora oggi auspica o anela a una qualche rinascita di sistema politico.

In realtà le grandi speranze nascono sempre da grandi domande e rovelli. Le cronache più recenti non ce ne hanno fatti mancare. A far difetto sono state finora - a dispetto di tutte le proclamate emergenze - voglia e capacità di interrogarsi davvero. Senza illusorie e fuorvianti palle di vetro. O sondaggi.